Casa Zuccante è un complesso edilizio residenziale in località Pederiva di Grancona, nel comune di Val Liona, in provincia di Vicenza. Il complesso è costituito da due corpi di fabbrica risalenti alla fine del 1700 inizio 1800, che hanno subito modifiche sostanziali nel corso del XX secolo. Il progetto di riqualificazione funzionale, restauro e miglioramento sismico dei fabbricati al fine prevede l’adattamento a uso pubblico direzionale. L’Annesso sarà destinato a biblioteca civica e il Palazzetto a uffici di rappresentanza dell’amministrazione locale, oltre a un piccolo museo per ricordare il proprietario degli immobili: il filosofo Giuseppe Zuccante.
L’intervento di riqualificazione funzionale e restauro conservativo è stato suddiviso in due lotti funzionali: 1° lotto il restauro dell’Annesso, completato a novembre 2017 e destinato a biblioteca civica, 2° lotto il consolidamento strutturale e il restauro dei fronti del Palazzetto, di prossima realizzazione. Il progetto ha previsto il ripristino dell’assetto figurativo originario, la conservazione degli elementi decorativi rimasti (parte della copertura, solai, alcuni pavimenti, caminetti, parte degli intonaci interni, l’arco con il portone d’ingresso, molti serramenti interni, alcune pavimentazione, i caminetti in pietra e le porte esterne) perseguendo gli obiettivi della riqualificazione funzionale con l’aumento dell’efficienza degli spazi e la valorizzazione di un’area urbana centrale al paese.
Il complesso edilizio è costituito da due fabbricati edificati probabilmente verso fine ‘700, con caratteri figurativi tipici della tradizione locale veneta, rimasti pressochè inalterati su molti fronti, nonostante i diversi interventi subiti negli anni. In particolare è da evidenziare l’ampliamento del fabbricato principale, dei primi decenni del ‘900, che ha visto il raddoppio verso est, dei vani del piano terra. In questa occasione probabilmente è stata spostata la scala e sono stati realizzati i servizi igienici. In tempi successivi è stata frazionata la proprietà, alienando tre ambienti sovrapposti disposti a nord del palazzetto.
I fabbricati e la corte sono chiusi da un alto muro di cinta verso gli spazi pubblici, che permette la tutela dello spazio privato.
Ben conservati sono i caratteri figurativi dei fronti principali di entrambe i fabbricati, in particolare la forometria e gli elementi in pietra di Vicenza che li contornano, i comignoli e l’arco di accesso alla proprietà.
Manomissioni interne significative erano rilevabili soprattutto nel fabbricato affacciato sulla strada, trasformato nel dopo guerra in due unità abitative indipendenti di carattere economico/popolare.
Il complesso architettonico è soggetto a uno stato di abbandono pluriennale che ha comportato l’insorgere di locali gravi stati di degrado.
La prolungata mancanza di manutenzione ha permesso l’instaurarsi di una diffusa obsolescenza fisica e funzionale degli immobili, oltre che un progressivo degrado e dissesto strutturale legato ad anni d’incuria e in particolare alla mancanza di manutenzione delle coperture, che ha comportato localizzati e puntuali danni esterni ed interni ben visibili, come la perdita di parte della cornice lungo la falda orientale, l’immarcimento di alcuni elementi lignei di copertura e dei corrispondenti del solaio interpiano.
Ben visibile è la presenza del fenomeno di umidità di risalita, tale forma di degrado è legata all’incuria del sistema di smaltimento delle acque meteoriche sia interno che esterno del complesso.
Non sono rilevabili gravi stati di dissesto strutturale; tuttavia degni di nota sono il distacco murario tra il blocco originale del palazzetto e il volume in ampliamento novecentesco, oltre al crollo nello scorso anno della porzione di copertura a padiglione del palazzetto, più volte rimaneggiata in modo inadeguato.
Significativi sono gli squarci murari presenti in corrispondenza dell’ambiente a piano terra del palazzetto, destinato a cucina. Qui lavori mal gestiti, hanno comportato la demolizione di un foro finestra nonché lo strappo dai muri degli elementi lapidei che componevano l’antico camino e l’acquaio.
Le superfici esterne sono tutte rifinite a intonaco. Sono state individuate quattro tipologie significative d’intonaci diversi. Si tratta di due diversi intonaci con legante aereo, granulometria medio-fine di colore chiaro, con finitura liscia. Sul fronte principale del palazzetto sul cortile, sono ancora visibili la partizione della facciata con fasce in tonalità differenti a simulare marcapiani e listature lapidee.
Nel rispetto dei caratteri costruttivi e figurativi conservatesi nel “palazzetto”, sugli orizzontamenti e sulle murature saranno operati solo interventi minimi atti a garantire un contenuto aumento dei carichi di esercizio. Misurati saranno anche gli interventi necessari all’adeguamento impiantistico. Di maggiore impatto sulle strutture orizzontali sarà l’inserimento dell’elevatore verticale necessario all’abbattimento delle barriere architettoniche interne, che permetterà l’accesso ai diversi livelli a persone diversamente abili.
I solai dell’annesso, considerata la modestissima fattura e qualità materica, saranno sostituiti con una struttura mista acciaio- legno, che permette di mantenerli con spessore di cm 16, analogo all’attuale, garantendo la portata dei nuovi carichi richiesti.
Le murature saranno soggette al miglioramento localizzato della compagine muraria, alla rimozione degli strati d’intonaco cementizio, alla pulitura delle superfici già prive d’intonaco. Le superfici verticali saranno quindi completate con l’applicazione d’intonaci deumidificanti macroporosi, mantenendo la complanarità con le superfici esistenti.
I fabbricati saranno dotati di nuovo impianto elettrico per l’illuminazione e l’alimentazione di apparecchi e impianti, d’impianto di riscaldamento e trattamento aria con sistema VRV/VRF, alimentato ad energia elettrica, nuove colonne di carichi e scarico acque.
Tutti gli impianti hanno una minima invasività nelle murature e dei solai prevedendo colonne verticali e passaggi orizzontali in controsoffitti o in massetti.

