La Parrocchia di Villaga nel 2008 ha avviato un programma d’interventi di restauro e risanamento della Chiesa parrocchiale di S. Michele Arcangelo che si è concluso nel 2015. Si tratta di un progetto articolato che è stato suddiviso in due lotti funzionali realizzati in circa sette anni sostenuti da contributi pubblici e privati. Un terzo lotto ha riguardato infine il campanile.
Il primo cantiere ha riguardato la messa in sicurezza della copertura, con l’inserimento di tirantature sull’imposta delle strutture lignee delle volte centinate, il risanamento dal fenomeno di umidità di risalita degli ambienti interni e delle facciate esterne, il restauro delle superfici lapidee e dipinte. Il secondo lotto ha riguardato il restauro delle superfici esterne e la messa in sicurezza delle statue sul frontone.
Alla fine del 1700 la Chiesa di S. Michele Arcangelo in Villaga, venne ricostruita su progetto di Giacomo Fontana. Nella visita pastorale del 1820 si scrive che i lavori vennero ultimati nel 1797. Il nuovo edificio per il culto venne edificato un po’ più a valle rispetto al precedente e comunque lungo l’argine sinistro dello scaranto, che correva proprio a ridosso del recinto del sagrato, a fianco del campanile.
Nel 1939 è di nuovo necessario intervenire per la riparazione completa del tetto e del soffitto, la stesura di nuovo intonaco sui muri esterni ed interni con l’aggiunta di marmi e di decorazioni; in quest’occasione vennero edificati gli ambienti adiacenti al coro per l’insegnamento della dottrina ed infine si operò il restauro della torre campanaria.
L’ingresso alla chiesa di S. Michele Arcangelo è preceduto da un piccolo sagrato racchiuso da una graziosa recinzione ottocentesca in pietra con cancellata in ferro battuto databile 1790 -1810. Sui due pilastri ai lati dell’ingresso sono posti su alti basamenti due angeli in pietra scolpita di scuola veneta ma di autore ignoto.
All’interno del recinto si conserva ancora la pavimentazione originaria del sagrato di fronte la facciata, realizzato con ciottoli di fiume a disegnare losanghe romboidali nei colori bianco e nero, riprendendo il medesimo disegno presente nel pavimento dell’aula interna.
La chiesa parrocchiale di S. Michele Arcangelo ha copertura con andamento a due falde sia in corrispondenza dell’aula che del presbiterio, mentre i volumi laterali, realizzati nel ‘900 hanno copertura a una falda. La struttura portante del coperto è costituita da un sistema ligneo biordito con capriate trasversali su cui poggia un impalcato di arcarecci, e sottomanto di tavelle in cotto. Il manto in coppi è stato sostituito nei primi anni ’80 con tegole in calcestruzzo con sottostante rasatura in calcestruzzo e guaina bituminosa.
L’interno è ad aula unica con due piccole cappelle laterali e a sinistra un piccolo ambiente destinato a battistero. L’aula è coperta da volta a botte con vele in corrispondenza delle aperture laterali a lunetta. Si tratta di volte realizzate con struttura in listellare di legno su cui è steso l’intonaco di finitura. La volta dell’aula è tripartita e al centro di ogni campata è presente una decorazione ad affresco rappresentante Maria incoronata regina (al centro), l’Annunciazione e l’adorazione dei Magi nelle altre campate. Le opere sono di Giuseppe Pupin, autore veneto che le realizzò nella seconda metà dell’800. Molto elegante è anche la volta del presbiterio con fattura e decorazioni antecedenti a quelle presenti nell’aula.
Le pavimentazioni della chiesa sono di realizzazione ottocentesca e presentano una lavorazione a losanghe romboidali di graniglia bianca e nera lavorate con la tecnica del battuto “alla veneziana”. Una fascia monocroma assorbe le deformazioni dell’ambiente per consentire la formazione del regolare “tappeto” decorativo. Il medesimo disegno è ripetuto in corrispondenza del presbiterio e delle predelle degli altari laterali con la variazione di tonalità: bianco e rosso.
Il profondo presbiterio presenta l’altar maggiore in marmo bianco e rosso elevato di tre gradini, la mensa è sormontata dall’alto tabernacolo a tempietto scolpito su cui si eleva la statua di Cristo benedicente. L’insieme dell’altare è coevo alla chiesa (1790 – 1810) ed è attribuibile alla scuola veneta, ma l’autore rimane ignoto.
Ai lati dell’area presbiteriale sono collocati gli stalli del coro in legno intagliato di bottega veneta databili fine ‘700. Parte degli schienali degli stalli vennero resi apribili in seguito alla realizzazione dei volumi corrispondenti all’attuale cappella feriale e all’aula coro, per consentire la partecipazione alla liturgia di un maggior numero di fedeli.
Gli interni della chiesa presentava carenze manutentive legate all’utilizzo prolungato e all’impiego di sistema di riscaldamento ad aria che ha provò diffusi depositi superficiali di polveri. Evidenti erano le macchiature degli intonaci conseguenti ai fenomeni di umidità di risalita capillare che si elevavano oltre il rivestimento perimetrale in marmo, anch’esso compromesso da macchiature ed erosioni.
A preoccupare maggiormente era però il quadro fessurativo presente sulle volte che frequentemente lasciavano cadere polveri e talvolta porzioni d’impasto.
Da un esame obiettivo tali lesioni non erano legate a cedimenti strutturali della copertura (messa in sicurezza una decina di anni fa’), ma piuttosto ad un assestamento dovuto alla variazione delle condizioni ambientali conseguenti all’adeguamento dell’impianto termico ad aria forzata, al tamponamento delle prese d’aria presenti nel sottotetto concomitante alla revisione della copertura con impermeabilizzazione e manto più gravoso. Le facciate esterne della chiesa, così come gli interni presentavano evidenti macchiature, perdite di consistenza ed erosioni degli intonaci dovute ai fenomeni di umidità di risalita spesso imputabili ad un poco corretto smaltimento delle acque meteoriche. L’umidità capillare comportò anche il degrado dei basamenti in pietra calcarea della facciata. Gli elementi lapidei presentavano depositi superficiali di tipo organico e pulverulento legati al traffico locale della vicina strada comunale.
I fronti più compromessi dagli attacchi di bioteriogeni erano naturalmente i fronti più esposti agli agenti atmosferici, quindi il fronte orientale e quello settentrionale
Le pavimentazioni del presbiterio e degli altari laterali sono in buono stato di conservazione, non presentano particolari lacune ed usure da calpestio, diversamente dalla pavimentazione dell’aula fortemente compromessa, in molte aree irrimediabilmente perduta a causa di interventi inadeguati e presentante continue nuove discontinuità. Processi di degrado dovuti all’umidità di risalita capillare e all’usura da calpestio sono le cause del maggior deperimento del pavimento alla “veneziana” dell’aula.
Gli interventi di restauro e risanamento previsti nel presente progetto riguardano il recupero generale delle superfici esterne ed interne di chiesa e campanile, la rimozione di superfetazioni quali la scala esterna a struttura metallica e i servizi igienici addossati alla chiesa, quindi il risanamento dell’intero percorso intorno all’edificio di culto per consentire una corretta circolazione dell’aria ed impedire ristagni di umidità al piede delle murature.
Considerato l’importo sostenuto delle opere previste e la dimensione ridotta della parrocchia (alcune centinaia di fedeli), l’intervento è stato suddiviso in due lotti funzionali: opere interne, restauro delle superfici esterne della chiesa. Un intervento a parte ha riguardato il restauro del campanile.
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