L’intervento di Restauro d’urgenza dell’Oratorio dedicato alla Madonna dell’Aiuto detto CHIESETTA DELL’OLMO a Sossano (VI), prezioso tempietto barocco di Giorgio Massari è iniziato nel 2007 per gravi problemi di dissesto delle lastre in piombo di rivestimento della cupola ottagonale che incombevano pericolosamente sulla pubblica via. I lavori sono proseguiti successivamente con il restauro degli ambienti interni e il rinnovo degli impianti d’illuminazione e di riscaldamento. Gli interventi si sono conclusi nel 2011.
Il Restauro d’urgenza è stato sostenuto con contributi privati e un contributo della Regione del Veneto.
Il oratorio dedicato alla B.V. dell’Aiuto, detto chiesetta dell’Olmo, si erge non lontano dalla parrocchiale del capoluogo, originariamente all’incrocio di quattro vie (ne rimangono tre).
Il tempietto fu realizzato fra il 1727 e il 1734, sostituendosi al precedente oratorio del 1644 dedicato a S. Filippo Neri, con la funzione di cappelle gentilizie della vicina villa Ferramosca – Giovanelli (attuale Municipio di Sossano). L’oratorio fu edificato Giorgio Massari, su commissione di Giovan Battista Giovanelli.
La chiesetta dell’Olmo ha pianta centrale, si sviluppa su una matrice circolare a cui si sovrappone la croce greca, sulle cui braccia si sviluppano i quattro prospetti: tutti orientati in direzione delle quattro vie.
L’apparato scultoreo esterno è costituito da eleganti vasi acroteriali, uno diverso dall’altro. Di grande interesse sono anche le formelle in pietra bianca dei Berici, presenti sotto le cornici dei timpani: esse raffigurano una rosa rappresentata in 72 disegni diversi. La loro lavorazione e il loro disegno fanno pensare all’opera dello scultore Giovanmaria Morlaitier. L’intervento dello stesso scultore è presente anche sugli angeli che sovrastano il timpano dell’altare maggiore, oltre che nel sottostante altorilievo che incornicia l’immagine della Madonna dell’Aiuto. La chiesetta rimase di proprietà Giovanelli fino al 1899, passò, quindi, in proprietà alla parrocchia. L’oratorio fu spogliato della copertura in piombo durante il primo conflitto mondiale, per fabbricare proiettili, venendo sostituito con un manto in lamiera. Nel 1954 (Anno Mariano) fu realizzato un programma d’interventi per la sostituzione del manto di rivestimento in lamiera e il rifacimento completo degli intonaci interni ed esterni e la tinteggiatura di pietre e intonaci. Tra il 1986-1992 si operò un importante progetto che riguardò la rimozione degli intonaci degli anni ’50, la sostituzione del manto di copertura in lamiera con manto in piombo (come era in origine), il rifacimento delle coperture dei timpani, la riparazione degli elementi strutturali lignei, la pulitura ed il restauro di cornici ed elementi decorativi in pietra tenera di Vicenza, la finitura a marmorino di tutte le superfici esterne, la realizzazione di nuovi infissi. Venne sostituita la porta lignea d’ingresso con un portale in bronzo eseguito dall’artista Vincenzo Cassini di Verona.
Purtroppo dopo una decina danni si presentarono diffusi dissesti e deformazioni del rivestimento in piombo della cupola, maggiormente evidenti sulle falde rivolte a sud ed a ovest. I dissesti con scivolamenti provocarono profonde lesioni lungo le murature angolari con conseguenti infiltrazioni di acque meteoriche, causa di forti degradi sia all’interno che all’esterno. Risultò quindi necessario un intervento di restauro d’urgenza, che prevedesse anche la revisionare l’intera lanterna per porre rimedio alle infiltrazioni d’acqua e ai problemi di formazione di condensa e di muffe. La cornice di gronda in pietra, rivestita in piombo, si trovava ad una quota tale che, in corrispondenza degli oculi sul tamburo della cupola, convogliava l’acqua piovana all’interno. La pavimentazione interna, in marmette di graniglia di cemento bianche e nere, posate nel ‘900, presentavano evidenti con fenomeni di macchiatura, rigonfiamento, distacco, erosione dei bordi, segni di degrado imputabili ad umidità di risalita. L’impianto elettrico non rispondeva alle normative vigenti e l’illuminazione non era in grado di valorizzare lo spazio architettonico e le immagini devozionali presenti.
I lavori di restauro d’urgenza hanno riguardato la sostituzione del manto in piombo posato sulla cupola e sugli spicchi angolari, con nuove lastre di spessore 20/10, la revisione del manto in coppi in corrispondenza della copertura a due falde, la pulitura e protezione degli elementi decorativi e delle cornici lapidee aggrediti da biodeteriogeni. Un secondo lotto d’interventi ha riguardato la pulitura ed il consolidamento delle finiture a marmorino dove si riscontravano localizzate fessurazioni e/o distacchi, oltre alla presenza di umidità di risalita nelle parti basamentali. All’interno è stata sostituita la pavimentazione in marmette con lastre in marmo bianco e rosso, impiegando materiali già presenti nelle altre chiese di Massari. Il rifacimento del pavimento ha permesso di realizzare il vespaio di sottofondo e la successiva posa d’impianto di riscaldamento radiante a pavimento. Gli interventi di pulitura hanno riguardato anche gli ambienti interni dove gli elementi lapidei sono stati descialbati e riportati a vista. Si è operata la revisione completa dei serramenti e la sigillatura dei punti critici, quindi si è provveduto alla messa a norma dell’impianto elettrico e alla sostituzione dei corpi illuminanti con nuovi elementi ad alta efficienza e basso consumo, permettendo di realizzare scenari di luce funzionali alle diverse celebrazioni liturgiche.
