Il consolidamento e il restauro di villa Barbaran è iniziato nel 2010 con gli interventi sull’ala nord caratterizzata da gravi dissesti della facciata su strada che metteva a rischio la staticità dell’immobile storico. L’elemento che caratterizza villa Barbaran- Muraro-Grassi è senza dubbio la pietra gialla di Nanto, presente solo in quest’area dei Berici. La complessità costruttiva di questa fabbrica ha permesso d’identificare ben undici fasi, a partire da un periodo precedente il gotico fino al novecento. La fase costruttiva più significativa dal punto di vista architettonico ed artistico è relativa alla metà e alla fine del XVI secolo. Rimangono molti dubbi sull’uso per cui la villa venne realizzata.
La soluzione progettuale proposta considera i criteri di reversibilità e compatibilità d’uso, autenticità materiale.
Le scelte compositive sono mirate al sostegno delle strutture esistenti e all’uso essenziale del fabbricato.
Sono stati realizzati due lotti funzionali, a breve si prevede l’intervento sul corpo principale.
La storia di villa Barbaran – Muraro – Grassi è frammentaria e complessa, frutto di numerose stratificazioni talvolta con valore artistico elevato, ma anche da diversi interventi di carattere spontaneo. L’elemento che caratterizza la villa è senza dubbio la pietra gialla di Nanto, presente solo in quest’area dei Berici, che lega le sorti dell’abitato di Nanto e di villa Barbaran alla città di Padova. La complessità costruttiva di questa fabbrica ha stimolato la ricerca accademica che ha identificato, tramite una lettura stratigrafica, ben undici fasi, a partire da un periodo precedente il gotico fino al novecento. La fase costruttiva più significativa dal punto di vista architettonico ed artistico è relativa alla metà e alla fine del XVI secolo.
Rimangono molti dubbi sull’uso per cui la villa venne realizzata e sulle attività a cui venne destinata nel tempo. Di certo dalla seconda metà del XVI secolo, quando vennero realizzati gli affreschi, la fabbrica venne usata come residenza e così rimase nei secoli successivi, frammentandosi poi in diverse unità abitative. Nei primi decenni del ‘900 per ogni unità furono predisposti vari annessi rustici, in parte sfruttando ambienti esistenti. Da circa quarant’anni è in disuso.
Un progetto di consolidamento e restauro complessivo a livello strutturale e architettonico fu elaborato negli anni ’90. Nel 2008 si riaccese l’attenzione per la salvaguardia dell’edificio, in particolare l’ala nord, quindi dell’ala est e nel 2018 è stato autorizzato l’intervento nel corpo principale e sull’intera area.
Nella redazione del progetto di consolidamento e restauro conservativo si è fatto riferimento a quanto riportato nel D.P.C.M. 9/02/2011, in particolare alle indicazioni riportate al §6.1 “Strategie per la scelta dell’intervento di miglioramento” e al §6.3 “Operazioni tecniche di intervento”. Particolari interventi sono volti a ridurre l’eccessiva deformabilità dei solai ed al loro consolidamento, e attenzione particolare rivolta al porticato a piano terra ove le colonne presentano accentuati fuoripiombo ed eccentricità.



